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Capitolo 26
Kapitel 26

Le isole Bissagos
Das Bissagos Archipel

L’arcipelago delle Bissagos forma un gruppo considerevole di isole, situato non di fronte al Gambia, come si vede generalmente nelle carte geografiche, ma tra la foce del Rio Grande e la costa della Sierra Leone e più precisamente fra il Capo Rosso e la Punta Verga.
Quantunque queste terre si trovino così vicino ai possedimenti francesi della Senegambia, sono pochissimo note, e ben pochi esploratori si sono avventurati su quelle coste che godono di pessima fama. Si sa che sono assai boscose e che sono abitate da una popolazione bellicosa e crudele, dai Bigiuga, guerrieri valentissimi, i quali si sono impadroniti delle isole fluviali, cacciando e sterminando i pacifici Biafri che prima le occupavano.
Der Archipel Bissagos besteht aus einer beachtlichen Anzahl an Inseln, die nicht, wie man es im Allgemeinen in den Landkarten sieht, gegenüber von Gambia liegt, sondern zwischen der Flussmündung des Rio Grande und der Küste Sierra Leones, genauer gesagt zwischen dem Roten Kap und der Punta Verga.
Obwohl diese Punkte sich so in der Nähe von Senegambia befinden, sind sie nur wenig bekannt und wenig erforscht. Nur wenige Forscher haben sich an diese Küsten gewagt, die einen sehr schlechten Ruf haben. Man weiß, dass sie ziemlich dicht beladet sind und von einer kriegerischen und grausamen Bevölkerung, den Bigiuga, mutige Kämpfer, bewohnt werden, die sich der schiffbaren Flüsse bemächtigt haben und die friedlichen Biafri, die diese vorher besetzten, verjagten und vernichtet

Come si vede, gli aeronauti del Washington stavano per cadere su di un isola assai pericolosa: però al momento né l’ingegnere né O’Donnell s’inquietavano. A loro bastava toccare terra prima di venire respinti nell’Atlantico dove avrebbero trovato la morte.
Come si disse, nel momento in cui il sole scomparve, il Washington cominciò a precipitare con grande velocità, come se tutto d’un colpo si fosse riempito di ferro. Fortunatamente, invece di cadere su di un terreno scoperto, piombava in mezzo a una fitta foresta, che alzava in aria dei rami giganteschi.
“Non abbiate paura, O’Donnell,” disse l’ingegnere. “I rami ci serviranno da paracadute.”
“Sono abituato ai capitomboli. Mister Kelly.” rispose l’irlandese.
“Vi raccomando di non lasciare la rete prima che io dia il segnale, o uno di noi sarà trascinato ancora in aria.”
Wie man sieht waren die Ballonfahrer der Washington im Begriff über einer ziemlich gefährlichen Insel abzustürzen, doch dies kümmerte im Moment weder den Ingenieu noch O`Donnell. Es reichte ihnen, Land zu gewinnen, bevor der Wind sie wieder in den Atlantik zurücktreiben würde, wo sie den Tod finden würden.
In dem Moment in dem die Sonne, wie man sagt, verschwindet, begann die Washington mit großer Geschwindigkeit abzustürzen, als ob sie sich mit einem Schlag mit Eisen gefüllt hätte. Glücklicherweise jedoch schlug sie, anstatt in einer kahlen Gegend in einem dichten Wald ein, der riesige Äste in die Lufst streckte.
"Habt keine Angst O`Donnell", sagte der Ingenieru. "Die Äste werden uns als Fallschirm dienen."
"Ich bin an Purzelbäume gewöhnt, Mister Kelly", antwortete der Ire.
"Ich empfehle Ihnen das Netz erst dann loszulassen, wenn ich das Zeichen dazu gebe, andernfalls wird einer von uns wieder nach oben gezogen."

L’aerostato cadeva sempre. La distanza scemava con rapidità spaventevole: pareva agli aeronauti che la foresta volasse loro incontro.
“Attenzione ai rami O’Donnell!” gridò l’ingegnere. “Badate di non farvi infilzare.”
Un istante dopo il Washington precipitava sulla cima del bosco. Trovando un punto d’appoggio, tentò di rialzarsi un'ultima volta, ma le maglie della rete s’impigliarono fra i rami, e fu trattenuto violentemente. Il vento però lo sbattè e lo trascinò per alcuni passi, sventrandolo contro le punte degli alberi.
Il gas sfuggì con lunghi crepitii attraverso le fenditure, la seta si sgonfiò rapidamente, e i due fusi si ripiegarono sui rami, pendendo fino a terra come due immensi stracci.
“Povero Washington” esclamò O’Donnell, con accento di dolore.
“È finita” rispose l’ingegnere con un sospiro.
“Scendiamo, Mister Kelly?”
“Siete ferito?”
“No, signore.”
“A terra, dunque.”
Das Flugschiff fiel immer weiter. Die Entfernung nahm mit erschreckender Geschwindigkeit ab. Es schien den Ballonfahrern, dass der Wald ihnen entgegenlaufen würde.
"Achtung auf die Äste, O`Donnelll!", schrie der Ingenieur. "Passen sie auf, dass sie nicht aufgespießt werden."
Einen Moment später stürzte die Washington auf den Gipfel des Waldes. Da sie einen Punkt Stützpunkt fand, versuchte sie ein letztes Mal sich wieder emporzuheben, doch die Maschen des Netzes verfingen sich zwischen den Ästen und sie wurde gewaltsam zurückgehalten. Der Wind jedoch schlug auf sie ein und zog sie ein paar Schritte weiter, zerfetzte sie an den Spitzen der Bäume.
Das Gas entströmte mit einem langen Zischen durch die Risse, die Seide entleerte sich rasch und die zwei Kegel hingen wie zwei Kegel wickelten sich um die Bäume und hingen wie zwei riesige Lappen auf die Erde.
"Arme Washington", rief O`Donnell bekümmert.
"Sie ist erledigt", antwortete der Ingenieur mit einem Seufzer.
"Gehen wir hinunter, Mister Kelly?"
"Seid ihr verletzt?"
"Nein, mein Herr."

Si erano aggrappati ai rami di un albero di dimensioni colossali, un vecchio baobab. Scivolarono lungo i rami che s’incurvavano verso terra e si lasciarono cadere in mezzo ad alcuni fitti cespugli. Stavano per rialzarsi, quando si videro piombare addosso trenta o quaranta uomini di alta statura, color della liquirizia, coperti da pochi cenci e armati di lance e di fucili lunghissimi e di antico stampo. L’aggressione fu così rapida e inaspettata, che O’Donnell e l’ingegnere si trovarono ridotti all’impotenza prima di poter far uso delle loro armi.
“Che vuol dire?” chiese O’Donnell, furioso. “E così che si trattano le persone che cadono dal cielo, in queste isole? Giù le zampe, furfanti!”
I negri invece di obbedire strinsero più robustamente i due aeronauti, emettendo grida formidabili e sgambettando come scimmie che si divertano. Ridevano, si battevano il ventre, che risuonava come un tamburo, e parlavano senza arrestarsi, ripetendo sovente la parola: tubaba!
“Tubaba!” esclamò O’Donnell. “Che vuol dire? Voi capite qualche cosa, Mister Kelly?”
“No, O’Donnell, ma forse qualcuno conoscerà il francese, questi negri, di quando in quando, hanno dei contatti coi trafficanti della Senegambia.”
Sie hatten sich an den Ast eines Baumes kolossaler Größe, eines Affenbrotbaumes, geklammert. Sie glitten die Äste hinunter die sich zur Erde neigten und ließen sich mitten in ein paar Büsche fallen. Sie waren im Begriff aufzustehen, also sie sahen, wie dreißig oder vierzig großgewachsene, süßholfarbene Männer, die nur mit wenigen Lappen bekleidet und mit Lanzen und sehr langen Waffen alter Bauart bewaffnet waren. Der Angriff war so schnell und unerwartet erfolgt, dass O`Donnell und der Ingenieur unfähig waren sich zu wehren, noch bevor sie ihre Waffen hatte ergreifen können.
"Was hat das zu bedeuten?", fragte O`Donnell wütend. "Behandelt man so Leute, die vom Himmel fallen? Pfoten weg, Ganoven!"
Die Dunkelhäutigen jedoch packten die zwei Ballonfahrer, anstatt zu gehorchen, noch fester und schrieen, während sie mit den Beinen stampften wie Affen, die sich freuen, furchtbare Schreie aus. Sie lachten, schlugen sich auf den Bauch, der wie eine Trommel dröhnte und sprachen ohne Unterlass, wobei sie ständig das Wort tubaba wiederholten.
"Tubaba!", rief O`Donnell. "Was bedeutet das? Versteht ihr irgendetwas Mister Kelly?"
"Nein, O`Donnell, doch vielleicht kann einer Französisch, diese Dunkelhäutigen haben haben von Zeit zu Zeit Kontakt zu den Händlern von Senegambia."

“Provate a interrogarli. Sarei curioso di sapere che intendono fare di noi.”
“Che cosa desiderate da noi?” chiese l’ingegnere, in francese.
Udendo quella domanda un grande negro, che portava al collo una scatola vuota di sardine di Nantes e sul capo un berretto sformato e stracciato che pareva essere appartenuto a qualche ufficiale di marina, rispose nella stessa lingua: “Vogliamo condurvi da Umpane.”
“Chi è questo Umpane?”
“Il re dell'isola.”
“Come si chiama quest'isola?'
“Orango.”
“Ci avete teso un agguato?”
“Vi abbiamo veduti cadere e siamo corsi qui per mangiare l’uccello che vi portava.”
L’ingegnere scoppiò in una risata.
“Va a mangiarlo il nostro uccello” disse.
“È fuggito? Non vedo che la sua pelle.”
"Versucht mit ihnen zu sprechen. Es würde micht interessieren zu erfahren, was sie mit uns vorhaben."
"Was wollt ihr von uns?", fragte der Ingenieur auf Französisch.
Als ein hochgewachsener Dunkelhäutiger, der am Hals eine leere Sardinenbüchse aus Nantes trugt und auf dem Kopf eine zerbeulte Mütze die wahrscheinliche einem Offizier der Marine gehört hatte, diese Frage hörte, antwortete er in derselben Sprache: "Wir wollen euch zu Umpane bringen."
"Wer ist dieser Umpane?"
"Der König der Insel."
"Wie heißt diese Insel?"
"Orango."
"Habt ihr uns aufgelauert?"
"Wir haben euch fallen gesehen und sind gekommen um den Vogel zu essen, der euch trug."
"Der Ingenieur brach in ein schallendes Gelächter aus..
"Geh unseren Vogel essen", sagte er.
"Ist er geflüchtet? Ich sehe nur seine Haut."

“Sì, è fuggito dopo essersi sbarazzato della sua prima pelle” disse l’ingegnere sempre ridendo. “Dove andiamo ora?”
“Alla tabanca di Umpane.”
“Conduceteci da lui, dunque.”
Ad un comando del negro che pareva fosse il capo, il drappello si mise in marcia, circondando i due aeronauti, ai quali avevano preso le armi, e portando con sé le spoglie del pallone dopo averle fatte in lunghi pezzi. Aprendosi il passo fra i fitti cespugli che ingombravano il bosco, e girando e rigirando fra i tronchi giganteschi dei baobab, delle palme d’elais e dei manghi che crescevano sulle rive delle paludi, dopo mezz’ora giunsero dinanzi a un villaggio situato a breve distanza dalle sponde dell’oceano e composto di un centinaio di capanne più o meno vaste e di lunghi fabbricati che parevano magazzini. Udendo le grida del drappello, una folla di negri si precipitò fuori dalle capanne, recando dei rami accesi e circondando i prigionieri senza però, per il momento, manifestare intenzioni ostili. Le grida divennero così acute, che l’ingegnere e O’Donnell furono costretti a turarsi gli orecchi.
“Che concerto!” esclamò l’irlandese, più seccato che spaventato.
"Ja, er ist geflüchtet, nachdem er sich seiner Haut entledigt hat", sagte der Ingenieur immer noch lachend. "Wohin gehen wir jetzt?"
"Zur Tabanca des Umpane."
"Dann führt uns halt zu ihm."
Auf ein Befehl des Dunkelhäutigen hin, der der Anführer zu sein schien, setzte sich der Trupp in Marsch. Die Ballonfahrer hatten sie in ihre Mitte genommen und die Waffen abgenommen. Aus den Resten des Ballons hatten sie lange Stücke gemacht, die sie ebenfalls mitnahmen. Sich einen Weg durch das dichte Unterholz bahnend, das den Wald bedeckte, und den gigantischen Stämmen der Affenbrotbäume, Palmen und Mangobäumen, die an den Ufern der Sümpfe wuchsen, ausweichend und umkreisend, kamen sie schließlich nach einer halben Stunde vor ein Dorf, dass sich in der Nähe der Küste des Ozeans befand und das aus etwa hundert mehr oder weniger großen Hütten und langen Fabriken bestand, die Lagerräume zu sein schienen. Als sie den Schrei der Truppe hörten, stürzte eine Menge Dunkelhäutiger mit brennenden Zweigen aus den Hütten gestürzt, die die Gefangenen anleuchteten, ohne jedoch im Augenblick feindliche Absichten zu zeigen. Die Schreie wurden so laut, dass der Ingenieur und O`Donnell gezwungen waren, sich die Augen zuzuhalten.
"Was für ein Konzert!", rief der Ire mehr verärgert als verschreckt.

“Una banda di scimmie urlanti non farebbe di più.”
“Dov’è il re?” chiese l’ingegnere al negro dal berretto.
“Laggiù” rispose questi additando una grande capanna circolare, difesa da una palizzata di bambù e appoggiata a un boschetto di aranci.
“Conducimi da lui.”
Il negro e la sua scorta respinsero la folla con una grandine di legnate e condussero gli aeronauti verso la grande capanna. Il re, senza dubbio informato del loro arrivo, li aspettava sulla porta.
Era un brutto negro di trentacinque o trentott’anni, coi lineamenti feroci, gli occhi obliqui che tradivano la doppiezza dell’anima, il naso ricurvo come il becco d’un pappagallo e la carnagione d’un nero lucido perfetto.
"Ein Affenhorde würde es nicht besser machen."
"Wo ist der König?", fragte O`Donnell den Dunkelhäutigen mit dem Hut.
"Da unten", erwiderte jener und zeigte mit dem Finger auf eine runde Hütte, die von einem Wehrzaun aus Bambusrohren umgeben war und sich in der Nähe eines Orangenhains befand.
"Führ mich zu ihm."
Der Dunkelhäutige und seine Eskorte drängten die Menge mit einer Tracht Prügel zurück und führten die Ballonfahrer zu der großen Hütte. Der König, der ganz ohne Zweifel von ihrem Kommen informiert worden war, wartete auf sie unter der Tür.
Es war ein hässlicher Dunkelhäutiger zwischen fünfundreißig und achtundreißig Jahren, die Nase gebogen wie der Schnabel eines Papageis und sein Teint von einem vollkommenen, leuchtendem Schwarz.

Portava ai fianchi un sottanino ornato di perle di vetro, di denti di animali selvaggi e di code di scimmie, alle gambe un paio di lunghi stivali sfondati, sul capo un vecchio cappello a cilindro, ammaccato e senza tesa, adorno di etichette, di scatole di sardine, e in mano un bastone da capomusica. In attesa degli stranieri, stava rosicchiando con visibile soddisfazione un pezzo di sapone profumato. Vedendo i due aeronauti, mosse loro incontro seguito da parecchi dignitari e da alcuni guerrieri armati di vecchi fucili, e li guardò per alcuni istanti con curiosità, poi interrogò il capo della truppa, il grande negro dal berretto. Vedendo che la conversazione si prolungava assai e non comprendendo che cosa dicessero, l’ingegnere si fece innanzi e domandò: “In conclusione, che desidera Sua Maestà negra?”
Er trug um seine Hüften einen mit Glasperlen, Zähnen von wilden Tieren und Affenschwänzen verzierten Lendenschurz. An den Füßen ein paar lange, ausgetretene Stiefel, auf dem Kopf einen alten Zylinderhut, verbeult und ohne Krempe, geschmückt mit Preisschildern und mit Sardinenbüchsen. In der Hand einen Dirigierstab. In Erwartung der Fremden schnupperte er mit offensichtlichem Behagen an einem Stück parfümierter Seife. Als er die zwei Ballonfahrer gefolgt von mehreren Würdenträgern und von einigen mit alten Gewehren bewaffneten Kriegern sah, schaute er sie eine zeitlang neugierig an und befragte dann den Anführer der Truppe, den großen Dunkelhäutigen mit dem Hut. Da er sah, dass das Gespräch sich hinzog und da er nicht verstand, was sie sagten, drängte sich der Ingenieur nach vorne und fragte: "Schlussendlich, was wünschen Sie meine schwarze Majestät?"

“Nulla per ora” rispose il negro dal berretto. “Domani il grande sacerdote deciderà della vostra sorte.”
“Che intendi dire? È la libertà incondizionata che noi reclamiamo, essendo uomini liberi; al tuo re nulla dobbiamo: ci lasci dunque andare per i fatti nostri.”
“Deciderà il grande sacerdote.”
“Me ne infischio del vostro sacerdote.”
“Bada, bianco, che tu sei straniero qui e che i Bigiuga sono potenti.”
In quell’istante dalla parte dell’oceano risuonò una detonazione, che pareva prodotta da un cannoncino. L’ingegnere e O’Donnell si volsero da quella parte, mentre i negri alzavano urla acute, e al pallido chiarore della luna, che allora si alzava all’orizzonte, videro approdare il cutter che s’era volto in soccorso del Washington mentre questo stava per precipitare nelle onde.
“Siamo salvi” gridò O’Donnell.
"Im Moment nichts", antwortete der Dunkelhäutige mit dem Hut. "Morgen wird der Priester über euer Schicksal entscheiden."
"Was willst du damit sagen? Wir wollen sofort freigelassen werden, wir sind freie Männer. Wir schulden dir gar nichts. Lass uns also unseres Weges gehen."
"Das wird der große Priester entscheiden."
"Ich pfeife auf deinen Priester."
"Gib acht Weißer, du bist hier fremd und die Bigiuga sind mächtig."
In diesem Moment ertönte vom Ozean her eine Detonation, die von einer kleinen Kanone zu kommen schien. Der Ingenieur und O`Donnell schauten in diese Richtung, während die Dunkelhäutigen spitze Schrei ausstießen. Beim blassen Leuchten des Mondes, der sich jetzt am Horizont erhob, sahen sie das Handelschiff, der der Washington zur Hilf geeilt war, als dieses dabei war, in die Fluten zu stürzen.
"Wir sind gerettet", schrie O`Donnell.

Una voce argentina, ma squillante, partì dalla piccola nave: “Mister Kelly!... Mister O’Donnell...”
“Walter!” esclamarono gli aeronauti. Un uomo bianco armato di fucile e di rivoltelle, era sbarcato e muoveva rapidamente verso i negri, seguito dal mozzo e da otto negri armati di fucili a retrocarica.
“Indietro!” gridò in lingua portoghese. “Dov’è Umpane?”
I Bigiuga, che pareva lo conoscessero, fecero largo e l’uomo bianco avanzò verso gli aeronauti stupiti stendendo la mano e dicendo: “Sono felice di liberarvi da queste canaglie, Mister Kelly e Mister O’Donnell. Ora accomoderò ogni cosa.”
“Grazie, signore” risposero i due aeronauti, vivamente commossi e stringendogli la mano.
“So chi siete.” riprese lo sconosciuto “e donde venite, e lo sapevo prima che raccogliessi il vostro mozzo. L’ardita vostra impresa era conosciuta anche sulle coste africane.”
Eine helle, aber schrille Stimme kam aus dem kleinen Schiff: "Mister Kelly!... Mister O`Donnell..."
"Walter!", riefen die Ballonfahrer. Neben dem Jungen erspähten die Ballonfahrer einen Unbekannten.
Ein weißer Mann, mit einem Gewehr und Revolvern bewaffnet, war von Bord gegangen und bewegte sich, gefolgt von dem Jungen und acht mit Hinterladern bewaffneten Dunkelhäutigen, schnell auf die Dunkelhäutigen zu. "Wo ist Umpane?"
Die Bigiuga, die ihn zu kennen schienen, flüchteten und der Weiße ging auf die verblüfften Ballonfahrer zu und streckte ihnen die Hand aus. "Es freut mich, sie aus den Händen dieser Schurken zu befreien, Mister Kelly und Mister O`Donnell. Ich werde jetzt alles in Ordnung bringen."
"Danke mein Herr", antworteten die zwei Ballonfahrer tief bewegt und schüttelten ihm die Hände.
"Ich weiß, wer ihr seid", antwortete der Unbekannte, "und woher ihr kommt und ich wusste das schon, bevor ich euren Jungen eingesammelt hatte. Euer kühnes Unternehmen war auch an den afrikanischen Küsten bekannt."

Poi mentre l’ingegnere e l’irlandese abbracciavano il mozzo lo sconosciuto si volse verso Umpane, dicendogli con voce brusca: “È così che tratti i miei amici? Bisognerà che mi decida a non approdare più alla tua isola e che vada a vendere altrove il mio arak e la mia polvere da sparo.”
“Ma questi nomini sono caduti dal cielo” disse il re, pure in portoghese, “Forse che ti apparteneva quel grande uccello?”
“Sì era mio” rispose il bianco con grande serietà.
“Allora ne manderai uno al tuo amico Umpane?”
“Nel mio prossimo viaggio te ne porterò uno.”
“E non fuggirà lasciandomi la pelle?”
“T’insegnerò il modo di impedirgli di fuggire. Ma tu devi consegnarmi questi due bianchi che sono miei amici.”
“Lo permetteranno le divinità dell’isola?”
“Interrogale.”
Dann, nachdem der Ingenieur und der Ire den Jungen umarmt hatten, wandte sich der Unbekannte Umpane zu und sagte zu ihm in barschem Ton: "Behandelt man so meine Freunde? Ich muss wohl in Zukunft davon absehen, an deiner Insel zu landen und mein Arak und mein Schießpulver irgendwo anders verkaufen."
"Aber diese Männer sind vom Himmel gefallen", antwortete der König ebenfalls auf Portugiesisch. "Gehört dir vielleicht dieser große Vogel?"
"Ja, das war meiner", antwortete der Weiße mit ernster Miene.
"Wirst du auch einen deinem Freund Umpane schicken?"
"Bei meiner nächsten Reise bring ich dir einen."
"Und er wird nicht flüchten und mir nur die Haut übrig lassen?"
"Ich werde dich lehren, wie man ihn daran hindert, zu fliehen. Doch du musst mir nun diese zwei Weißen überlassen, die meine Freunde sind."
"Werden die Götter der Insel das gestatten?"
"Frag sie."

Ad un cenno del re si fece innanzi un vecchio negro, che si era affrettato a coprirsi con un pezzo di seta del Washington ornandolo di code di scimmie, di denti umani, di scaglie di testuggine e di perle di vetro. Alla cintola portava un coltellaccio, che pareva essere stato affilato di recente.
“Che cosa sta per succedere, signore?” chiese l’ingegnere al portoghese.
“Si sta per decapitare un disgraziato gallo, Mister Kelly” gli rispose.
“E che cosa ha a che fare un gallo con noi?”
“Questi superstiziosi negri pretendono che le divinità dell’isola risiedano nel corpo d’un gallo, e manifestino le loro intenzioni coi contorcimenti dell’innocente vittima. Se il gallo, nel dibattersi, cadrà dalla vostra parte, gli dei vi permetteranno di andarvene: se si allontana, allora sarà una faccenda seria. Fortunatamente conosco quel volpone di sacerdote e con un regalo farò in modo che le cose vadano bene.”
“Lo credete?”
Auf ein Zeichen des Königs hin trat ein alter Dunkelhäutiger nach vorne, der sich sofort mit einen Stück Seide der Washington bedeckt hatte, das er mit Affenschwänzen, menschlichen Zähnen, Schuppen von Schildkröten und Glasperlen verziert hatte. Am Gürtel trug er einen Krummsäbel, der erst vor kurzem geschärft worden zu sein schien.
"Was passiert jetzt, mein Herr?", fragte der Ingenieur den Portugiesen.
"Man ist dabei ein unglückliches Huhn zu köpfen, Mister Kelly", antwortete er ihm.
"Und was hat ein Huhn mit uns zu tun?"
"Diese abergläubischen Dunkelhäutigen behaupten, dass die Gottheit der Insel sich im Körper eines Hahnes befindet, und dass sie ihre Absichten zeigen, wenn man dem unschuldigen Opfer den Hals umdreht. Wenn der Hahn, während es um sich schlägt, auf eure Seite fällt, dann erlauben euch die Götter zu gehen. Wenn es sich entfernt, dann wird es eine ernste Angelegenheit. Glücklicherweise kenn ich dieses Schlitzohr von einem Priester und mit einem kleinen Geschenk sorge ich dafür, dass die Dinge gut laufen."
"Glauben Sie?"

“L’ho già fatto avvertire che riceverà una delle mie rivoltelle.”
In quell’istante fu recata la vittima. Era un grosso gallo tutto nero, che faceva sforzi disperati per liberarsi dalle mani di due alti dignitari che lo tiravano per le zampe e per la testa. Il grande sacerdote scambiò un rapido sguardo col portoghese, poi con un colpo di coltello decapitò la vittima, la quale andò proprio a cadere ai piedi dell’ingegnere e di O’Donnell.
“Le divinità li proteggono, Umpane” disse il sacerdote con accento solenne.
“Andate,” disse il re con un certo malumore. “Siete liberi. Ma trattengo le vostre armi e la pelle del grande uccello.”
“Te le lasciamo di cuore” disse il portoghese.
Poi mentre uno dei suoi uomini donava al grande sacerdote la rivoltella, disse: “Affrettiamoci signori. Quella canaglia di Umpane potrebbe pentirsi.”
"Ich habe ihm schon andeuten lassen, dass er einen meiner Revolver bekommt."
In diesem Moment wurde der Hahn gebracht. Es war ein großer schwarzer Hahn, der verzweifelte Anstrengungen unternahm, um sich aus den Händen der zwei hohen Würdenträger zu befreien, die ihn an den Füßen und am Kopf zogen. Der große Priester wechselte einen kurzen Blick mit dem Portugiesen und köpfte dann mit einen Messerhieb das Opfer, welche genau vor den Füßen den Ingenieur und O`Donnells landete.
"Die Gottheit beschützt sie, Umpane", sagte der Priester mit feierlichem Ton.
"Geht", sagte der König schlechtgelaunt. "Ihr seid frei. Doch ich behalte eure Waffen Waffen und die Haut des großen Vogels."
"Das geben wir dir von Herzen gern", sagte der Portugiese.
Dann sagte er, als einer seiner Männer dem großen Priester den Revolver aushändigte: "Beeilen wir uns. Der Schurke Umpana könnte es sich anders überlegen."


I negri ad un cenno del re aprirono le file. e i due aeronauti, il portoghese, il mozzo e l’equipaggio si diressero rapidamente verso il Cutter e s’imbarcarono.
“Ti raccomando il grande uccello!” gridò Umpane.
“Tè lo manderò” rispose il portoghese ridendo. “Vedrai come sarà magnifico!...”
Le àncore vennero strappate dal fondo, la randa e la controranda vennero orientate, e il piccolo legno s’allontanò rapidamente dal pericoloso arcipelago, portando seco gli eroi di quel meraviglioso viaggio compiuto attraverso l’Oceano Atlantico.
Die Dunkelhäutigen öffneten auf ein Zeichen ihres Königs ihre Reihen und die zwei Ballonfahrer, der Portugiese, der Junge und die Mannschaft lenkten ihre Schritte in Richtung des Schiffes und gingen an Bord.
"Ich erinnere dich nochmal an den großen Vogel!", schrie Umpane.
"Ich werde ihn dir schicken", antwortete der Portugiese lachend. "Du wirst sehen, wie herrlich er sein wird!"
Die Anker wurden vom Grund heraufgezogen, das Dreieckssegel und das Vollsegel in Stellung gebracht. Das kleine Schiff entfernte sich schnell von dem gefährlichen Archipel und nahm die Helden dieser erstaunlichen Reise über den Atlantik mit sich.





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